Fino a tutto il Cinquecento Santa Lucia era divisa in Majore e Seniore; In quella Majore, nel 1486, il neo feudatario Ludovico Della Tolfa realizza, per sé e per la sua corte, l’attuale palazzo, oggi erroneamente attribuito ai Moscati. Al seguito del distacco nel 1537 dalla casa madre Serino, con il trasferimento a Napoli del feudatario il palazzo passava ai Magnacervo, a cui si deve il catasto dei beni della neonata Università di Santa Lucia di Serino; uno di questi Giovanni Battista sposa Lucrezia Moscati, figlia di Palmieri, di Rivottoli, nonché sorella di Fabio; sarà poi Fabio Moscati che, avendo finanziato la sorella e suo marito l’acquisto dei feudi di Candida, di San Potito e di Polcarino (odierna Villanova Del Battista), come contropartita questi viene compensato intestandogli un’ala del palazzo omonimo, poi trasformata dallo stesso Fabio in abitazione e dove poi si trasferisce con la famiglia all’ età di 83 anni, nel 1598, e dove infine muore soli due anni più tardi. Gli succede il figlio Marcantonio.
La piccola cappella, dedicata alla Madonna del Carmine, fa parte di un lascito di 3000 ducati effettuato da Marcantonio nel 1637. Si tratta di un Legato con il quale questi pone sotto la protezione della Madonna del Carmine l’intera famiglia. Da qui nasce questa devozione dei Moscati, poi entrata nel cuore e nell’anima di San Giuseppe Moscati. Stando alla cappella, sarà il figlio Domenico, che, aperto il testamento, darà corso alle sue volontà, realizzando appunto questa cappella che, sempre per testamento affida la gestione al fratello, l’ abate Carlo, il quale, sempre per testamento, chiede che alla sua morte fosse sepolto in questa cappella.